venerdì 6 settembre 2013

The Other Ones – Philadelphia, inverno 2002*

Eccomi qui e come promesso vi posto qualcosa relativo alla tappa a Philly nell’inverno del 2002 per vedere i due shows dei TOO.
Riporto per intero quello che avevo scritto al tempo, si tratta delle impressione del mio primo tour negli States…una grande esperienza.
Per dovere di cronaca: oltre a quello che vi riporto sotto devo raccontarvi che il mattino dopo il primo concerto siamo andati tutti al Carlton Hotel dove erano alloggiati i The Other Ones perchè Ivan che allora contribuiva anche al Buscadero, aveva in programma un’intervista con Mickey Hart ( che fece ma che per quanto ne so non venne mai pubblicata, e non so neanche perchè…). Quindi ci trovammo nella grande hall dell’hotel con Hart che parlava con Ivan mentre faceva colazione, io che intravvedo Hunter con Barraco, li chiamo, mi complimento della serata precedente e ci facciamo una foto assieme…..ero completamente stravolto….poi voglio fare una foto anche a Hart e lui non vuole, però dice di farle al concerto in programma la sera….gli spieghiamo che non possiamo portare nulla con noi al concerto, neppure la macchina fotografica, allora ci dice che ci farà avere i pass sia come fotografo accreditato ( a me) e i pass vip per tutti noi per accedere al back stage … roba da fare accapponare la pelle…..

Ok ora vi riporto ciò che ho scritto appena ritornato da Philly:
Dopo due mesi di scongiuri perché tutto potesse filare liscio (negli ultimi tre anni tutte le volte che mi sono preso qualche giorno di ferie, mi sono ammalato od ho subito qualche piccolo infortunio), mi ritrovo qui a Bologna all’aeroporto, ho appena conosciuto i miei compagni di viaggio, Ivan, Lino e Miki, l’aria che tira e’ gia di quelle giuste!
Mi sento molto tranquillo, d’altronde la professionalità di Ivan, come avrò modo di constatare durante tutto il nostro tour, non può essere messa in discussione.
Che dire, questo e’ il mio primo volo, e’ la prima volta che vado negli USA, e’ la prima volta che partecipo ad un concerto dei TOO…più di così…..
Per gli altri miei compagni può essere routine, per me tutto ciò ha quasi del miracoloso, sarà una di quelle esperienze che rimarranno nella memoria per molto tempo.
Tutte queste riflessioni, con altre che non sto qui a riferire per non tediare quei pochi che avranno la pazienza di leggermi, mi accompagnano nel trasferimento da Bologna a Parigi.
Quindi si riparte ed inizia il tragitto più lungo fino a Philadelphia. Molto bella la visuale che si ha da 10.000 metri d’altezza quando sorvoliamo la punta meridionale della Groenlandia.
Poi finalmente dopo un’altra manciata di ore trascorse tranquillamente discutendo anche di musica….la nostra musica…..atterriamo, inizia l’avventura americana, il tempo è nuvoloso, ma dentro di noi rispende un fulgido sole!
Prendiamo i taxi e ci facciamo portare all’albergo, prima però passiamo proprio davanti allo Spectrum che ci ospiterà nelle prossime due serate, Mi sento veramente bene, rilassato, speranzoso che sarà una esperienza fantastica assieme a degli amici straordinari. A onore di cronaca, manca all’appello ancora Antoine che vive a Nizza, arriverà domani. Inoltre non è della partita Beppe per problemi di salute.
Dopo aver sbrigato le operazioni di routine alla reception –Ivan naturalmente, perché è lui il nostro tour operator privato;-) — ed esserci riposati un pò nelle nostre camere molto accoglienti, ci riversiamo in strada ed affronto per la prima volta il traffico, la gente, i visi e le vibrazioni di Philadelphia. Sono quasi estasiato vedendo tutta questa gente, la metà è di colore; il traffico sia di auto che di persone sui marciapiedi è notevole, ma tutto molto ordinato e scorrevole, molto diverso da quello che mi immaginavo. Certo questa non è NY mi dicono i miei compagni di viaggio. Philly, come viene chiamata qui, è assolutamente a misura d’uomo, soprattutto la parte vecchia, quella storica dove c’è ancora una strada con case che risalgono alla metà del 1700.
La serata la passiamo assieme ai Revisor, un band di Philadelphia, all’Abilene, uno dei tantissimi locali dove si mangia e si può ascoltare buona musica. Questi ragazzi sono gentili, squisiti, alcuni di loro li vedremo anche al concerto dei TOO. Si parla pure di un tour in Europa nel 2003, speriamo.
Dopo una piacevole serata eccomi finalmente in branda, un’occhiata all’orologio, quattro conti….caz..pita, sono quasi 26 ore che non dormo su un letto…..ecco perché sono così stanco.
New morning in Philly, ci abbuffiamo alla grande, poi tour in città alla ricerca di negozi di dischi: il Miki ne farà una bella scorta…..
Fra i posti interessanti che visitiamo ce n’è uno che mi ha molto intrigato, non ne conosco il nome, in pratica si tratta di un grandissimo mercato al coperto, pieno zeppo di pittoreschi stands che trattano qualsiasi tipo di merce, soprattutto alimentare. Naturalmente c’è la presenza immancabile dei prodotti italiani. Ho avuto modo di constatare che siamo molto considerati in questa città, è vero anche il fatto che qui vivono molti figli e nipoti di italiani, ne abbiamo conosciuti diversi.
Mentre ci facciamo largo tra la folla sento una dolce musica bluegrass, drizzo le orecchie e mi dirigo verso questo combo acustico e mi sembra di intravedere Jerry…..ho le allucinazioni….ah, no! è il bassista…….me ne sto lì per un po’, scambio un paio di frasi con un anziano appassionato di blues & country di colore che continua a battere il piede al ritmo veloce della band. Non sono abituato a queste situazioni, non sono un giramondo, certe cose fanno parte solo dei miei sogni, però adesso è tutto vero, straordinario! Non riusciamo a levarci il sorriso dalla faccia.
Ritorniamo in strada e assistiamo ad un corteo di pacifisti che manifestano contro la guerra, una parata che ha richiamato famiglie intere, molto tranquilla, seguita da uno spiegamento di forze di polizia sproporzionato, le solite americanate……….
Cercando dei negozi dove si possano comprare dischi, anche usati, libri etc.., scopriamo degli angoli pittoreschi di Philly molto belli, poi ci imbattiamo in un bellissimo bus che si chiama “Peacemaker” che richiama subito la nostra attenzione: ha a che fare con i DeadHead che hanno invaso la città per il concerto dei TOO? Il proprietario ci fa salire a bordo, è uno spettacolo, rivestimenti rustici in legno, cuoio, la moglie e la figlia sembrano vestite come mormoni. Il padrone di casa ci spiega che seguono il tour dei TOO, che hanno partecipato a tantissimi concerti dei Grateful Dead, ma che realmente ne hanno visto uno solo K In realtà sono sempre presenti fuori dai raduni per aiutare chi ne ha bisogno, chi si e’ fatto troppo e sta male: We know the Way, we’ll bring you home”. Distribuiscono un giornalino, e mi rendo conto che fanno parte di una comunità ben più grande, sono al servizio della gente; li troveremo anche nel parcheggio dello Spectrum le serate dei concerti, sentinelle e aiuto per chi ne avrà bisogno. Per chi è interessato a questa realtà questo è l’indirizzo on line: http://www.twelvetribes.com.
Passato il pomeriggio per i negozi di dischi di Philadelphia, arriva finalmente il momento per me più emozionante: ci ritroviamo allo Spectrum Center e ci incamminiamo verso il First Union Spectrum, c’è molta gente di tutti i tipi…le code alle entrate durano pochissimo, Ivan nel frattempo ha fatto amicizia con Tom “T.Blues”, che è poi il tipo che ci fornirà le registrazioni di tutti e due gli shows. I controlli sono severi e quando e’ il mio turno si incazzano da morire e mi respingono perché ho con me lo zaino (vuoto) che mi sarebbe servito per riporre la giacca a vento e altro una volta all’interno dell’arena. Non c’è verso di passare e quindi ci troviamo in difficoltà perché non sappiamo dove mettere gli zaini, le macchine fotografiche etc….ci si mette di mezzo anche Tom spiegando che siamo italiani e nulla sapevamo di queste restrizioni dopo l’ undici settembre, ma non serve a niente, la security è irremovibile: no bags!!!!!!!!
A questo punto Tom si offre di aiutarci e ritorniamo al parcheggio, gli diamo in consegna tutta la nostra roba che rimane nel suo van, ritorneremo a fine concerto a riprenderla. Per la cronaca, Tom ha partecipato a circa 300 concerti dei Grateful Dead…..che dire?
Nell’arena tutto è stupendo, la gente, il feeling, persino la security: una di queste ragazze la vedo sbadigliare e l’abbraccio e gli dico di non dormire che questa sera ci sono i TOO, mi guarda un po’ sorpresa poi ride…forse pensa: questo e’ già fatto a quest’ora……
Purtroppo non ho documentazione fotografica della serata ma restano vivide le sensazioni che ancora mi prendono quando ascolto i cd dello show. La cosa straordinaria è senz’altro l’inizio del concerto: certo non mi aspettavo One More Saturday Night, ….grandioso, poi segue Cumberland Blues con una forza tremenda e tutti che ballano sfrenati…io compreso, chi l’avrebbe mai detto???? Inutile fare la recensione delle canzoni, a questo ha già pensato Ivan, basta leggere l’articolo, molto professionale, pubblicato sul Buscadero del mese di gennaio 2003.
Quello che si deve raccontare è la forza di questo gruppo che in questo show finalmente sta dando il meglio di se che a detta di molti (anche della crew) è uno dei migliori dell’intero tour.
Bisognava esserci, le registrazioni dello show non rendono merito completamente di quello a cui abbiamo partecipato quella sera allo Spectrum: il primo set e’ terminato con Dancin’ In The Streets preceduto da Here Comes Sunshine…….non male vero???? A proposito: Susan Tedeschi, mi è piaciuta molto anche se Ivan è stato un po’ critico, certo non e’ facile salire sul palco dei TOO ed essere al loro stesso livello, comunque ha dato un tocco di blues in più al gruppo, le parti vocali sono migliorate….Phil fa quello che può, ma sappiamo che può veramente poco…….
Fra il primo ed il secondo set rimango impressionato dalla grinta di Robert Hunter che ci intrattiene per una mezz’ora accompagnato solo dalla sua chitarra, il feeling e’ diverso ma piacevole lo stesso, un po’ di musica acustica come antipasto del secondo travolgente set dei TOO non fa proprio male.
The Other Ones ritornano sul palco e partono con Shakedown Street, non è certo la mia canzone preferita, anzi!!, però devo dire che mi ha fatto ballare lo stesso ed adesso la interpreto in modo diverso: dal vivo ha un suo motivo di esistere, è potente, ti fa muovere, ti amalgama agli altri…..caspita sto parlando bene Shakedown Street !!!!!!!! questo concerto mi ha proprio cambiato la vita……segue poi Lazy Lightning e qui mi fermo, ha gia’ detto tutto Ivan. Segue Drums con Phil che si unisce ai due batteristi, di questo momento si trovano on line anche le foto.
Il concerto continua con St. Stephen > The Eleven Jam > Terrapin Station > Sugaree cantata da Susan che non è proprio Jerry, però vi sfido a trovare qualcuno che lo possa sostituire, quindi mi accontento e mi riprometto di non fare più paragoni con Garcia ed i Grateful Dead altrimenti mi rovino ogni concerto e l’amarezza mi assale. L’encore è Goin’ Down The Road Feelin’ Bad > We Bed You Goodnight…….come ai vecchi tempi quando Garcia con la sua aria sorniona ci dava la buona notte dopo ore di buona musica. Uno show strepitoso, almeno per me!, senza momenti di fiacca, forse solo Down The Road cantata da Mickey Hart risulta un po’ sotto tono, però era in coda a One More Saturday Night> Cumberland Blues che come ho già detto è stato un inizio grandioso..non poteva certo reggere il confronto in fatto di feeling. Dopo aver partecipato a tutti e due i concerti allo Spectrum, devo dire che per me questo è stato, nella sua interezza, una cosa meravigliosa, lo show al quale mi auguro tutti possano prima o poi partecipare. Superiore, forse, e’ stato il secondo set della serata successiva ma non tutto lo show, ne parlerò poi…….

bob weir

phil lesh

mickey hart

jimmy herring


 * Apparso già su //bluesjana.wordpress.com/ (07 settembre 2011)

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